Ombra mai fu Di vegetabile Cara ed amabile Soave piu.
Son qual nave ch?agitata da piu scogli in mezzo all?onde si confonde e spaventata va solcando in alto mar. Ma in veder l?amato lido lascia l?onde e il
Casta diva, che inargenti queste sacre antiche piante, tempra tu de' cori ardenti, tempra ancora lo zelo audace. Spargi in terra quella pace che regnar
Nobil onda, Chiara figlia d?alto monte, Piu ch?e stretta e prigioniera, Piu gioconda scherza in fonte, Piu leggiera all?aure va. Tal quest?alma, Piu che
Qual farfalla innamorata Va girando intorno al lume La speranza del mio core. E bruciandosi le piume Nella cuna sventurata Ha il feretro ove sen more.
Deh, tu bel Dio d?amore, liberi da? perigli scorgi i nostri passi. E se giammai ti fur grati i sospir d?un?alma umile accogli or quelli, che pregando
In braccio a mille furie Sento che l?alma freme, Sento che unite insieme Colle passate ingiurie Tormentano il mio cor. Quella l?amor sprezzato Dentro
Usignolo sventurato, Che desia fuggir la morte, Va cantando e del suo fato Cosi piange il rio tenor. Sembro lieto anch?io sul trono Pur la sorte e a me
Quel buon pastor son io, Che tanto il gregge apprezza Che per la sua salvezza Offre se stesso ancor. Conosco ad una ad una Le mie dilette agnelle E riconoscon
Cadro, ma qual si mira Parte cader dal monte Della sassosa fronte Che quant?a lei s?oppone Urta, fracassa e seco Precipitando va. E se non resta oppresso
Parto, ti lascio, o cara, Ma nel partire io sento Troppo crudel tormento. Non sara tanto amara La pena del morir. Perfide, stelle ingrate, Se non volete
Profezie, di me diceste Che in riposo io morirei. Dite or voi come aver pace Io mai possa in si ria sorte? Che diss?io? Venga pur morte. Fia di pace ognor
Chi temea Giove regnante Pria che Giove fulminante Cominciasse a lampeggiar? Il cimbombo de? suoi strali Fece ai timidi mortali Tanti numi immaginar.
Misero pargoletto, Il tuo destin non sai. Ah, non gli dite mai, Qual era il genitor. Come in un punto, oh Dio, Tutto cambio d?aspetto; Voi foste il mio
Come nave in mezzo all?onde Si confonde il tuo pensiero; Non temer che il buon nocchiero Il cammin t?insegnera. Bastera per tuo conforto L?amor mio nella
Sposa, non mi conosci? Madre? tu non m?rammenti! Cieli, che feci mai! E pur sono il tuo cor? Il tuo figlio? Il tuo amor? La tua speranza! Parla? ma sei
Ah! non giunge uman pensiero Al contento ond'io son piena: A' miei sensi io credo appena; Tu m'affida, o mio tesor. Ah mi abbraccia, e sempre insieme
LAURO ROSSI (1812-1885) Rondo finale di Amelia: "Scorrete o lagrime", dal melodramma comico in tre atti "Amelia ovvero Otto anni di costanza" AMELIA